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Cosa sono le sostanze reprotossiche?
Le sostanze reprotossiche sono agenti chimici o fisici che possono alterare la funzionalità del sistema riproduttivo umano e, inoltre, influenzare negativamente la salute del feto.
Attraverso la direttiva europea 431/2022, le sostanze reprotossiche vengono introdotte e classificate al pari degli agenti cancerogeni e mutageni (come ad esempio il benzene, presente in alcuni solventi, o il benzo[a]pirene, presente nei gas di scarico delle automobili con motore endotermico o nel fumo delle sigarette o ancora nei cibi cotti ad elevate temperature).
Le principali sostanze reprotossiche
L’Unione Europea ha individuato circa 150 sostanze reprotossiche.
Vediamo alcune categorie:
- Metalli pesanti, come il Cadmio e il Piombo, i cui composti sono utilizzati per la realizzazione delle batterie e nella produzione della gomma;
- Alcune sostanze volatili (VOC): formaldeide, etanolo, acetone, esanale, toluene;
- Ftalati: presenti in materiali plastici e cosmetici (smalto per le unghie, creme, shampoo);
- Alchilfenoli: presenti nella carta termica degli scontrini;
- Gas anestetici;
- Pesticidi: comunemente impiegati in agricoltura.
Queste sostanze vengono poi classificate in due categorie:
- Categoria 1 (H360) e Categoria 2 (H361), dove H è “Hazard Statements” (indicazione di rischio).
Nel dettaglio:
- Categoria 1A, sostanze tossiche per la riproduzione (sostanze note per causare effetti avversi sulla salute riproduttiva nell’essere umano);
- Categoria 1B, sostanze presumibilmente tossiche per la salute riproduttiva umana;
- Categoria 2.
Le sostanze presenti nella categoria 1 sono “prive di soglia”: non esiste un livello di esposizione sicuro per la salute dei lavoratori.
Le sostanza della Categoria 2 sono sostanze reprotossiche per le quali esiste un livello di esposizione sicuro al di sotto del quale non vi sono rischi per la salute dei lavoratori.
Quali sono i rischi per la salute?
L’esposizione a queste sostanze può provocare:
- Riduzione della fertilità maschile e femminile
- Problemi nello sviluppo del feto
- Aumento del rischio di aborti spontanei
- Alterazioni del ciclo mestruale
La normativa vigente
L’Italia ha recepito la Direttiva europea 431/2022 attraverso il Decreto Legislativo 135/2024, che ha introdotto modifiche all’articolo 26 del Testo Unico Sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/08), al cui comma 3-bis le parole: «di agenti cancerogeni, mutageni o biologici,» sono sostituite dalle seguenti: «di agenti cancerogeni, mutageni, tossici per la riproduzione o biologici,».
In sostanza, con l’introduzione delle sostanze reprotossiche, i datori di lavoro avranno il compito di procedere alla rilettura delle schede di sicurezza dei prodotti utilizzati nei vari processi produttivi. Nel momento in cui dovessero ravvisare la presenza di sostanze reprotossiche, allora dovranno provvedere immediatamente a una rivalutazione del rischio ed elaborare un aggiornamento del DVR chimico entro un massimo di 30 giorni. I lavoratori dovranno eseguire l’aggiornamento della formazione ogni 5 anni o in caso di cambiamento nei rischi. Infine, attraverso la sorveglianza sanitaria dovrà eseguire un monitoraggio della salute dei lavoratori esposti alle sostanze reprotossiche, come già previsto dal D.Lgs. 81/08 in caso di contatto con sostanze cancerogene e mutagene.
Un DVR non aggiornato, aggiornato parziale o addirittura assente, può causare serie conseguenze per l’azienda, fino anche alla sospensione delle attività. Trovi tutte le sanzioni QUI.
Come proteggersi dalle sostanze reprotossiche?
La prevenzione è fondamentale per ridurre i rischi legati all’esposizione a sostanze reprotossiche. Ecco alcune misure di sicurezza essenziali:
- Valutazione del rischio chimico: monitorare e identificare i pericoli nei luoghi di lavoro attraverso un DVR chimico;
- Uso di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale): guanti, maschere e occhiali protettivi;
- Ventilazione e bonifica ambientale: per ridurre la concentrazione di sostanze pericolose nell’aria;
- Formazione e informazione: sensibilizzare i lavoratori sui rischi e sulle corrette pratiche di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Conclusione
Le sostanze reprotossiche rappresentano un pericolo significativo per la salute dei lavoratori. Una corretta gestione del rischio e il rispetto delle normative vigenti sono essenziali per ridurre i danni precedentemente esposti e garantire un ambiente di lavoro sicuro. La parola chiave, in questo caso, è consapevolezza: da parte di chi deve valutare i rischi e da parte di chi, a queste sostanze, è professionalmente esposto ogni giorno.
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