Videosorveglianza: obblighi, normative e sanzioni

La diffusione dei sistemi di videosorveglianza è in costante crescita, utilizzati per garantire la sicurezza in vari contesti: dalle abitazioni private agli uffici, fino ai luoghi pubblici. Tuttavia, l’installazione e l’uso di tali sistemi sono regolamentati da normative specifiche, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati.
Il GDPR è il Regolamento (UE) 2016/679, entrato in vigore il 25 maggio 2018 per uniformare la normativa in materia di trattamento dei dati personali in tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea (leggi qui).

Principi fondamentali del GDPR applicati alla Videosorveglianza 

Il GDPR considera le immagini catturate dai sistemi di videosorveglianza come dati personali, poiché possono identificare direttamente o indirettamente una persona. Pertanto, chi installa e gestisce tali sistemi deve rispettare specifici requisiti: 

  • Principio di finalità: il trattamento dei dati deve avere una finalità specifica, legittima e determinata. 
  • Minimizzazione dei dati: è necessario raccogliere e trattare solo i dati strettamente necessari per raggiungere le finalità perseguite. 
  • Limitazione della conservazione: i dati personali devono essere conservati solo per il tempo strettamente necessario all’adempimento della finalità per cui sono stati raccolti. 
  • Sicurezza dei dati: è obbligatorio adottare misure tecniche e organizzative adeguate a garantire la sicurezza dei dati personali e proteggerli da trattamenti non autorizzati o illeciti. 
  • Trasparenza: gli interessati devono essere informati in modo chiaro e trasparente del fatto che sono sotto sorveglianza, generalmente tramite segnaletica appropriata e informative. 
  • Diritti degli interessati: gli individui hanno il diritto di accedere ai propri dati personali, di rettificarli o cancellarli, nonché di opporsi al loro trattamento. 

Obblighi per installatori e gestori di sistemi di Videosorveglianza 

Chi installa e gestisce sistemi di videosorveglianza, sia in ambito pubblico che privato, deve adempiere a specifici obblighi: 

  • Informativa chiara: fornire un’informativa chiara e completa agli interessati, indicando la presenza delle telecamere, le finalità del trattamento, i tempi di conservazione delle immagini e i diritti degli interessati. 
  • Valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA): effettuare una DPIA quando il trattamento può presentare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche, come nel caso di sorveglianza sistematica di una zona accessibile al pubblico su larga scala.
  • Registro dei trattamenti: documentare le attività di trattamento nel registro dei trattamenti, obbligatorio per le organizzazioni con più di 250 dipendenti o quando il trattamento non è occasionale, include categorie particolari di dati o può presentare un rischio per i diritti e le libertà degli interessati. 

L’installazione della videosorveglianza potrà essere eseguita previa stipulazione di un accordo sindacale con la rappresentanza sindacale unitaria o con le rappresentanze sindacali aziendali oppure, ove non sia stato possibile raggiungere tale accordo, o in caso di assenza delle rappresentanze, solo se preceduta dal rilascio di apposita autorizzazione da parte dell’Ispettorato del lavoro.

Sanzioni per il mancato rispetto delle norme 

Il mancato rispetto delle normative sulla videosorveglianza può comportare l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria, la cui quantificazione dovrà essere “in ogni singolo caso effettiva, proporzionata e dissuasiva” (art. 83, par. 1 del Regolamento): 

  • Sanzioni amministrative: Il GDPR prevede due categorie di violazioni: violazioni punibili ai sensi dell’articolo 83, paragrafo 4, GDPR, da un lato, e violazioni punibili ai sensi dell’articolo 83, paragrafi 5 e 6, GDPR, dall’altro. La prima categoria di violazioni è punibile con una sanzione pecuniaria massima di 10 milioni di euro o del 2% del fatturato annuo dell’impresa, se superiore, mentre la seconda è punibile con una sanzione pecuniaria massima di 20 milioni di EUR o del 4% del fatturato annuo dell’impresa, se superiore.
  • Provvedimenti correttivi: il Garante per la Protezione dei Dati Personali può ordinare la sospensione o il divieto del trattamento dei dati effettuato in violazione delle norme. 

Di seguito l’ultima sentenza del Garante per la protezione dei dati personali riferita a un’attività veneta: Provvedimento del 19 dicembre 2024 [10109794] – Garante Privacy 

Consigli pratici per essere compliant 

Per garantire la conformità alle normative sulla videosorveglianza, è consigliabile: 

  • Effettuare una valutazione preliminare: analizzare la necessità e la proporzionalità dell’installazione del sistema di videosorveglianza rispetto alle finalità perseguite. 
  • Coinvolgere un esperto: consultare un responsabile della protezione dei dati (DPO) o un consulente legale specializzato in privacy per assicurarsi che tutte le misure adottate siano conformi al GDPR. 
  • Formare il personale: assicurarsi che tutti i dipendenti coinvolti nella gestione del sistema di videosorveglianza siano adeguatamente formati sulle normative vigenti e sulle procedure interne relative alla protezione dei dati personali. 

In conclusione, l’adozione di sistemi di videosorveglianza richiede una gestione attenta e conforme alle normative sulla protezione dei dati personali. Il rispetto degli obblighi previsti dal GDPR non solo evita sanzioni, ma contribuisce a garantire la fiducia e la tutela della privacy degli individui.

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